Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/500

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Vili. Di qual religioni» l’ovse F. (■inroiido. 1714 unno letta una lettera inserita nella Raccolta di Lettere pittoriche (t. 2, p 325). Io avvertirò solamente che il Buonarruoti, benchè emulo del Bramante, non potè però trattenersi dal lodarlo altamente. E non si può) negare, dic egli, che Bramante non fosse valente nell’ Architettura, quanto ogni altro, che sia stato dagli antichi in quà. Egli pose la prima pietra di S. Pietro, non piena di confusione, ma chiara, e schietta, e luminosa, ed insolata attorno, ec. (Lettere pittor. t 6, p. 26)5 e siegue rilevando i pregi di quella architettura, e i danni che dal lasciarla n’ eran venuti. Egli morì in età di 70’ anni nel 1514- M Boni, citato dal co Mazzucchelli, il fa autore di alcune opere d’architettura civile e militare, le quali ei si duole che non sieno mai venute alla luce. Ma io non so se l’autorità del Doni basti a persuaderci dell’esistenza di tali opere. Ne abbiamo solo alle stampe alcune poesie italiane, delle quali il suddetto co. Mazzucchelli ci dà un esatto catalogo, aggiugnendo, sull’autorità del Vasari, che Bramante avea nel verseggiare una sì rara felicità, che spesso ancora componeva all’improvviso al suon della cetra. Vili. Sembra quasi impossibile che trattandosi d’uomini pel sapere loro celebratissimi, e vissuti soli tre scarsi secoli innanzi a noi, in molte cose concernenti la loro vita siamo rimasti in una totale incertezza. E nondimeno, come abbiam veduto nel parlar di Bramante, così, e più ancora, vedremo ora, trattando di F. Giocondo, che poco è ciò che se ne possa accertare, benchè molto abbiano di lui scritto