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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/188

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‘7 Ì LIBRO iti travagliato, lo costrinsero suo malgrado a sminuire il numero dei’ professori j ina non sì tosto ei cominciò a respirare alquanto, che tosto rivolse l’ animo a far risorgere più gloriosa di prima quella università, e pubblicò a tal fine l editto che dal suddetto scrittore si riferisce (ib. p. 61). E ad esso sembra alludere il Calcagnini!, ove dice: Hanc ut facile commodeque possimus nobis comparare, magnanimus atque lue ictus Prìnceps Alphonsus fluctuantibus licet rebus Italiae "gymnasium florentissimus et dottissimo rum Uomini un joecuudissimum aperuit (Encom. Artium liberal. Op. p. 555). La tranquillità di cui comunemente godettero quegli Stati al tempo di Ercole Il, fu felice alle scienze e alle arti; e l università di Ferrara fu a quei’ tempi piena di valentissimi professori, e frequentata da scolari di ogni nazione in gran numero. Anzi la guerra che ardeva nelle vicine provincie, fece che da ogni parte colà occorresser coloro che cercavano a’ loro studi un sicuro ricovero: Nos hic hoc anno, scrivea nel 1556 Bartolommeo Ricci ad Aonio Paleario (Op. t. 2, p. 418), ex Patavina pestilentia, belloque Etrusco, atque ad Montium pedem, ut ajunt, frequentissimum ac nobilissimum cum auditorum tum etiam doctorum sumus gymnasium habituri. Ma fanno seguente anche il duca Ercole II fu costretto a prender l armi in difesa del pontef Paolo IV, e questo armamento costrinse i professori a tacere, e il danaro loro dovuto fu rivolto agli usi di guerra (ib. p. 71), 2$r]). Come questa però ebbe nell anno medesimo e principio e