Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/192

Da Wikisource.

l'jS L1BHO giureconsulto di trattenersi ancora ad insegnare in Pavia, il duca risposegli sorridendo, ch’ egli avea per le città del re Filippo e pe’ loro vantaggi quella premura medesima che avea per le sue \ die conveniva perciò, che le cose fossero uguali da una parte e dall altra; e che quindi il Cravetta tanti anni leggesse in Mondo vi, quanti già aveane letti in Pavia. Soggiunge poi il Tosi i nomi di molti dei’ più illustri professori che colà allor si recarono, cioè tra1 teologi Giacopino Malefossi e Giannambrogio Barbavara; tra’ giureconsulti, oltre il Cravetta, Antonio Govea portoghese, Giovanni Manuzio francese e Guido Panciroli j tra1 filosoli e medici, Francesco Vimercati, Marcantonio Capra, Giovanni Argenterio e più altri tra matematici, Francesco dell'Ottonaio e Giambattista Benedetti, e finalmente Giambattista Giraldi oratore e poeta, per la fama de quali quella università divenne in breve una delle più rinomate, e vi concorse in poco tempo gran numero d uomini celebri per sapere (a). Di essa abbiamo ancora menzione nelle Lettere dal suddetto Giraldi scritte a Pier Vettori; in una delle quali gli scrive che Emanuel Filiberto avealo colà condotto colfannuo stipendio di 400 scudi d’ oro, e che ivi egli trovavasi assai lieto del nuovo suo stato (EpistadP. Trict. t. 1,p. 101). Questa lettera è segnata in Mondovì a 22 di (a) De’ professori chiamali alla università di Parigi la prendi elogi il Giraldi qui mentovato in un capitolo diretto e unito a? suoi Hecntomiiuti, ne1 quali di ciascheduno di essi ilislintameulc lagiuua.