Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/25

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PRIMO I I VI. Ne minori furono le vicende in questo secolo dei’ duchi di Ferrara. Alfonso I succeduto, come si è detto, nel 1505 ad Ercole I suo padre, fu dapprima assai caro al pontef Giulio II, ed essendo entrato nella lega di Cambray, fu da lui creato gonfaloniere della Chiesa. Ma poiché Giulio si riunì co’ Veneziani, avendo Alfonso continuato a star nella lega, il pontefice contro di lui rivolse le armi spirituali e le temporali ad un tempo. Quindi ei si vide a forza spogliato di Modena, di Reggio, di Rubiera e di altri luoghi de’suoi Stati. La destrezza e il valore di cui era fornito, gli fecer sostener con coraggio le sue traversie non meno a tempi di Giulio, che a que’ di Leon X e di Clemente VII, sdegnati amendue contro di lui, perchè non seguiva il loro partito. Fu valoroso guerriero e principe magnanimo e liberale; e finalmente si vide nel 1531 rimesso nel possesso degli antichi suoi Stati, a’ quali ancora egli aggiunse il principato di Carpi, di cui Carlo V gli diede l’ investitura. Ei venne a morte nel 1534, lasciando erede Ercole II suo primogenito, che con lode di ottimo principe governò quello Stato fino al 1559), in cui pose fine a’ suoi giorni. Alfonso II che succedette al padre, riunì in se stesso tutti i migliori pregi che si possano in un sovrano bramare, e a renderne compita la felicità gli mancò soltanto la figliolanza maschile a cui lasciare i suoi Stati. Cesare che gli succedette nel 1597, era figlio di d Alfonso d’Est e, figlio del duca Alfonso I. Per qual ragione ed in qual