Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/281

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rnmo a(>7 pii altri furono ascritti lo Speroni, Bernardino Tomitano e Francesco Piccolomini, era più che ad ogni altra cosa rivolta alle serie e gravi scienze; ma ebbe essa ancora breve durata. Finalmente due accademie ci mostra il Quadrio in Este castello del Padovano, dette l'una degli Eccitati, l’altra degli Alesimi (7. eìt. p. Gy). XXII. Tre accademie ci addita il Quadrio in Vicenza (ivi, p. 112), quella de’Costanti fondata nel 1556, a cui Fausto da Longiano dedicò nello stesso anno il suo Dialogo intorno al modo di tradurre, pregiandosi di essere stato ascritto al lor numero, e annoverando i fondatori di essa; quella degli Olimpici, che da lui si dice fondata verso il 1590, ma di cui crede Apostolo Zeno (Note al Fontan. t 1, p. 230) che si trovi menzione in una lettera di Paolo Manuzio de’ 20 di maggio 1555, in cui rallegrasi con Bernardino Partenio, che da quella accademia abbia avuta un’annual provvisione; benchè, a dir vero, il Manuzio nomina ivi in generale l’accademie di Vicenza, e par che debbasi intendere di quella de’ Costanti (Manuz. Lett p. 21); finalmente quella de’ Secreti, della quale io non ho altra notizia. Fra queste tre accademie la prima fu quella che sorse con maggior grido. Il Ruscelli, dedicandole nel 1557 il Dialogo dell'Eloquenza del Barbaro, ce ne dà una magnifica idea, mostrandoci quaranta galantuomini d una stessa Città, tutti nobilissimi, tutti virtuosi, tutti valorosi, tutti amati, et riveriti universalmente, esser mossi ad unirsi insieme, et a fondare un Accademia, nella quale non si faccia altra cosa che esercizii virtuosi XXII. Affjlr«1*10 «li Vlf tiu, di VrtOttf», «I» Brrwu,«.