Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/298

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LIBRO se ne trarranno e ini orno al Marlianì e ¡ni orno alla mentovata accademia [a). XXVII. Nè privi furono di accademie gli Stati di Parma e di Piacenza. In Parma troviamo gl Innominati verso la metà del secolo xvi, e fino al! cominciar del seguente (*), e tra essi veggiamo ascritti i più dotti uomini e i più valorosi poeti che allor vivessero, come Torquato Tasso, Giambattista Guarini, Bernardino Baldi, Pomponio Torelli, Tarquinia Molza e più all ri (V. Pico, Append. degli Uom. ill p 210; Quadr. t. 1, p. 89). Quest adunanza meritò di essere specialmente lodata dal Tasso con quel suo sonetto che comincia:.Innominata, ma famosa schiera, ec. Un’altra ne fu fondata in Piacenza, che con capriccioso nome fu detta degli Ortolani. Di essa troviamo onorevol menzione in una lettera del Doni, scritta da quella città a’ 3 di giugno del 1543: Di Poeti, dic egli, ceri FAccademia degli Ortolani, nella quale si fanno di belle cose. Lascio andare il legger Rettorica da un giovane dottissimo, il quale si chiama M. Giambatista Boselo. Vi si legge Filosofia, Poesia latina e volgare. Ma Iimportanza c questa, che non ci ha giovane, il quale non faccia opera da per sè, e in sei o otto mesi, ch io sono qui, si trova in essere due libri di lettere, due di Rime amorose, (<i) Questa \ ila è poi stata pubblicata l'anno 1-80. (*) L’accademia degl’ Innominati di Parma non In eretta che verso il i5"4i come ha provato ¡1 chiarissimo -P. Allò nelle sue memorie ilei co. Pomponio I orelli (Nuovo Giorn. de* Leder, d U di. t. 18, p. 1 ^9, ec.).