Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/381

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MIMO 36avea raccolto in Trevi sua patria Benedetto Valenti avvocato del Fisco sotto Clemente VII e Paolo III, intorno alle quali due latini dialoghi scrisse, intitolati de Antiquitatibus Valentinis, Francesco Alighieri, il primo stampato in Roma nel 1537, il secondo publicato di fresco negli Aneddoti romani (t. 2, p. 109), ove il ch. sig. ab Amaduzzi ragiona a lungo di essi, e degli errori che nel ragionarne han commessi il marchese. Maffei e il co. Mazzucchelli, credendo che il primo dialogo fosse inedito e che in esso si trattasse delle antichità di Verona. Quanto adorni di tai monumenti fossero in Roma gli orti di Angiolo Colocci, ne abbiamo fra le altre la testimonianza di Onofrio Panvinio: Hortuli Colotiani, dic egli (Festor. l. 2), ad aquam Virginem sui maxima vetustonun mori umenlomm copia instructissimi, quae primis illis temporibus, quibus antiqui tati s studi uni caput extollere coepit, unus Angelus Colotius sanctissimus doctissimus vir eo in loco summa cum diligentia hinc inde collegit, magnani mi hi 1 use rip ti omini mullitiulinein suppedilarunt. Leandro Alberti ci ha lasciata memoria che il cardinale Paolo Cesi, detto da lui Paolo della Cesa, morto nel 1537, avea raccolto nel suo palazzo in Roma belle, vaghe, et antique statove, avelli. epitafiii et altre simili cose Italia,p. 92, ed. bol. 1550). In Roma parimente io credo che cominciasse a formare la sua raccolta di antichità Pietro Bembo, cui egli posarne! soggiorno di molti anni in Padova accrebbe per modo, che, per testimonianza del Beccadelli e di altri scrittori di quei tempi, ella avea forse poche