Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/413

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PRIMO 3l)() il cercare sollecitamente de’ libri, dell antichità, delle produzioni naturali e di tutto ciò che avesse qualche relazion colle lettere. Ne abbiam già veduti più esempii in addietro, e più altri ancor ne vedremo nel decorso di questa Storia. Qui basti il dire di due soli, come per saggio del molto che in questo genere ancora dir si potrebbe, se di continuo non fossi costretto a cercare la brevità nel trattare di un secolo che solo potrebbe occupare parecchi volumi. Andrea Navagero, di cui ragioneremo altrove più a lungo, inviato dalla Repubblica, viaggiò tra ’1 i525 e *1 i528 per la Spagna e per la Francia, e ci diede la relazione di questi suoi viaggi sì in varie lettere a Giambattista Rannusio, come nella descrizione distinta de viaggi medesimi, che si legge tra le Opere di Andrea nella bella edizion cominiana del 1718. Vedesi in essa un osservatore minuto non sol di quanto appartiene al materiale delle città e delle provincie, ma ancora di tutto ciò che concerne l’ antica e la moderna geografia, le antichità, la storia naturale ed altri oggetti scientifici. Egli parla, a cagion d’esempio, della università eretta in Alcalà dal cardinale Ximenes, e della ricca biblioteca che egli vi aggiunse (V. And. Navag. Op. 350); osserva l" antico anfiteatro presso Siviglia, e confuta l’opinione che ivi fosse anticamente quella città (ib.p. 359); avverte che in li lais è la Libreria de Duchi di Milano, che solea esser nel Castello di Pavia, la qual portò il He A luigi cF Italia t quando tolse lo Stato al Duca Lodovico (ib. p. 408);