Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/490

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XX. Cardinali che ad «no preiitdcroBO. 47® LI DUO giusti confini. Sceghereiu dunque alcuni nomi più illustri, e lascerem che degli altri si veggan le opportune notizie nella Storia dello stesso Concilio. XX. Voglionsi prima d1ogni altro indicar quelli che dai' pontefici furono destinati a presiedere a quella sì illustre assemblea; la quale scelta basta essa sola per qualunque elogio più luminoso. Molti esse furono ne’ molti anni che durò il concilio, nè noi dobbiam qui parlare di tutti. Il Monte e il Cervini, che furono presidenti a tempi di Paolo III, gli furono poi successori co nomi di Giulio III e di Marcello II,e di essi si è già detto altrove. Il Polo che fu loro compagno, e l’Osio che fu a’ tempi di Pio IV, non appartengono all’Italia, benchè il secondo potrebbe da noi annoverarsi tra' nostri, se fosse vero ch’ei nascesse bensì in Cracovia, ma di padre «'olà trasferitosi da Milano. Così si afferma dall Argelati (Bibl. Script, mediol t 1, pars 2, p. 732, ec.). Ma come io non veggo qual pruova ne arrechi, così su ciò non ardisco di stabilir con certezza altra cosa, se non che egli dovette i suoi primi avanzamenti negli studi all’ università di Padova, ove stette per più anni scolaro del celebre Lazzaro Buonamici, e a quella di Bologna, ove attese agli studi legali. Del Cardinal Erct>!<* Gonzaga, che presiedette al concilio sotto l'io IN, si è detto nel ragionar del favor de Gonzaghi verso le lettere. Alcuni altri, come il cardinale Pietro Paolo Parisio, che fu destinato a quel luminoso impiego da Paolo III. benchè poi fosse altrove impiegalo, il Cardinal Sebastiano Pigliini