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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/50

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36 LIBRO coso (l 16 Epist p. 216). E il Fracastoro suddetto, dedicando a lui già pontefice il Trattato degli Omocentrici, afferma che dopo il pensiero della religione niuna cosa più sta a cuore che i filosofici studi, e quegli.sin. golarmente dell astronomia. Anzi quest ultimo studio appunto diede occasione ad alcuni di ci lunniarlo come seguace dell’astrologia giudici» ria. Ma cotali accuse troppo felicemente si spar, gon tra ’l volgo, e troppo facilmente si adofc tano da chi afferra volentieri ogni occasione di screditare gli uomini grandi. Oltre di che non sarebbe molto a stupire che in un tempo in cui l’astronomia non era ben conosciuta, fossero alcuni anche tra’ dotti che credesser le stelle presaghe dell’ avvenire. \ 11. In questo capo non farem distinta in« zioue de’ duchi di Parma e di Piacenza, poi che essi, o perchè la loro indole fosse rivolta a tutt’altro fuorchè agli studi, come il duca Pier Luigi (di cui sappiamo però ch’ ebbe tra. suoi secretarii molti de’ più eleganti scrittori di quell’età (Poggiali, Stor. di Pine. ¿9, p. 1 jSJ e fra essi Annibal Caro e Giandolfo Porrino o perchè di continuo occupati fosser fra l armi come Ottavio, e più di lui il grande Àleftsiil dro, non ci lasciarono gran monumenti del loro amor per le scienze. Ma non debbonsi ommettere i nomi di due cardinali figliuoli« Pier Luigi e nipoti di Paolo 111, AlessandroI Ranuccio. Il pontefice nel sollevarli ancor;;i<| vinetti all’ onor della porpora, mostrò che al che i più grand’ uomini si lascian talvolta si durre dall1 amore del sangue..Ma quel mer*