Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/510

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XX VII. F^utin Foujrdii. Ì[)C) 11 mto tìemardinitm O chini ini, perciocché 1’ Ocliino non apostatò che nel i5.^2. Collo stesso zelo che contro gli eretici, ei si rivolse contro la memoria, le dottrine e le profezie del suo correligioso Girolamo Savonarola, di cui per altro con lessa egli stesso ch era stato dapprima ammiratore e divoto. Ma qui ancora ei trovò chi caldamente gli si oppose, cioè il p Tommaso Neri religioso dell’Ordine stesso (V. Zeno, Note al Fontan. t. 2, p. 1 S\, ec.), e più di fresco ha risposto al Politi l eruditissimo sig. Giannandrea Barotti Difesa degli Scritt ferrar, par. 2, cens. 8). XXVU. Meo f, »condo di opere, ma più regolato e più saggio fu l’ingegno di un altro teologo domenicano, cioè di Egidio Foscarari, nato di antica ed illustre famiglia in Bologna a' 27 di gennaio del 1512. Entrato ancor giovinetto ueirOrdin de’ Predicatori, pel felice progresso in tutti gli studi e pel costante esercizio delle più belle virtù, salì presto a tal fama, che dopo aver sostenute più cattedre e retti molti conventi dell’ordin suo, fu da Paolo III nel 1546 chiamato a Roma e fatto maestro del sacro palazzo. Quattro anni appresso per la rinuncia del cardinale Morone fu eletto vescovo di Modena, c fanno i55i inviato al concilio di Trento. Poichè questo venne sospeso nell anno seguente, tornato il Foscarari a Modena, governò questa Chiesa per varii anni con fama di santissimo e zelantissimo pastore. Oltre l accrescimento della fabbrica del vescovado (V. Ughell. Ital. sacra, t. 2 in Episc. Muti ri.), ei fu liberalissimo sovvenitore de’ poveri; e il