Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/517

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I SECONDO 5o3 tertinm jam annitrii abest. Sed mihi hoc velim credas affirmanti. ea bona que magister tnus A ristateles larulabilia esse dicit, omnia fere in illo adolescente aut esse jam, aut brevi, ut ego auguror, futura (l. 1, ep. 10). Il Cornaro fu preso per modo dalle virtù del Calini, che a lui rinunciò il suo arcivescovado di Zara, e con tal carattere egli intervenne al concilio di Trento, ove la stima che di lui avean que' Padri, il fece sceglier più volte ad arringare pubblicamente. Quattro delle orazioni da lui tenute in quel sinodo, e una lettera da lui scritta, si posson leggere presso il P. Lagomarsini, il quale avverte ancora che presso il sig. cardinale Lodovico Galini, conserva vansi tuttora due tomi di Lettere italiane di Muzio, altre scritte in tempo del sinodo, altre in altre occasioni, e alcune a nome del cardinale Cornaro, e una ancora se ne ha nella libreria Nani in Venezia (Cod. Libr. Nani, p. 127). Ei fu uno, come si è detto, de’ deputati a comporre il Catechismo romano, e a riformare il Breviario e il Messale, ed egli ebbe ancora la cura di formar l Indice de libri proibiti. In premio di queste sue fatiche ei fu promosso fanno i566 dalf arcivescovado di Zara al vescovado di Terni, e abbiamola lettera che Paolo Manuzio gli scrisse, congratulandosi di tal promozione (l. 7, ep. 26), insieme coll elegante risposta fat tagli dal Calino (Epist. cl Viror. ed. Ven.. 1568, p. 155). Ei nol tenne che circa tre anni, e morendo nel 1570, lasciò al suo gregge dolce ed onorata memoria del suo amore, della sua generosa beneficenza a pro de" poveri, e di tutte le più bolle