Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/529

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SECO>DO 5 J 5 in compagnia del cardinale Enrico Gaetano legato. Clemente Vili u ò di marzo del 1598 il nominò cardinale con quel magnifico elogio: Hunc eligimus, quia ei non habet parem Ecclesia Dei quoad doctrinam. Eletto poscia arcivescovo di Capoa nel i(jo2, resse con sommo zelo per circa quattro anni la Chiesa a lui affidata, finchè richiamato da Paolo V a Roma, la rinunciò, senza pur ritenersi, come il pontefice gli permetteva, pensione alcuna (*). Finalmente in età di presso a 80’anni diè fine a’ suoi giorni nella casa del noviziato del suo Ordine in Roma a’ 18 di settembre del 1621, lasciando incerto se più ei fosse degno di ammirazione e di lode pel rarissimo ingegno di cui fu dotato, o per l’eroiche virtù di ogni genere di cui fu adorno, e delle quali si posson vedere autentiche pruove e nelle testimonianze di quattordici cardinali con lui vissuti, pubblicate dal P. Bartoli al fin della Vita di esso, e negli Atti della causa della Beatificazione del medesimo, che si hanno alle stampe. Ma la (*) Una particolarità drgna ili non essere dimenticata intorno al Cardinal Bellarmino ci viene indicata in una lettera scritta da Roma a’7 di luglio del 1607 da Pellegrino Berta echi al cardia d Alessandro d'Este, che si conserva in questo ducale archivio, in cui dopo aver narrata la morte del cardiuul Baronio, H Card. Britanni no, dice, e andato a star nella Casa fabbricala per Baronia, et ha preso Consunto di finire il ue i3 tomo degli Annali. Il tomo xu perii dovea essere aliarli quasi interamente compito dal Baronio, poiché esso venne a luce l’anno medesimo, e couvien dire che il Bellanmuo, impedito di altre occupazioni, non potesse attendere alla continuatone che gli era stata addossata. I