Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/70

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56 MBTIO del Disegno per lui fondala. Amante egli stesso de’ buoni studi, qualunque tempo gli rima, neva libero dalle pubbliche cure, in essi in,, piegava, c singolarmente nel riandare, o nel farsi legger da altri le storie, del che godeva egli tanto, che ancor quando era infermo non sapeva cessare da quel piacevole trattenimento. E quindi ne venne il sì gran numero di storici valorosi ch’ebbe a que’tempi Firenze, come l’Adriani, il Varchi, il Nerli, l’Ammirato, il Borghini e più altri. Lo studio prediletto di Cosimo fu quello dei’ semplici, de’ quali egli era spertissimo conoscitore, sapendo additare ove nascessero, quai ne fossero i pregi, a quali usi servissero; anzi godeva egli stesso di far distillare erbe e fiori diversi, e di trarne acque ed olj opportuni a diversi medicamenti; Un sovrano così amante degli studi di ogni maniera non è a stupire che procurasse d’istillarne l’amor ne’ suoi figli, e che questi corrispondessero felicemente alle paterne sollecitudini. Ciò che diremo fra poco di Francesco e di Ferdinando, che l’un dopo l’altro gli succedettero, ne farà prova. Ma oltre ad cs.d decsi qui far menzione del cardinale Giovanni e d’isabella, amendue figliuoli di Cosimo. Il primo onorato della porpora l’an 1560, in età di soli 17 anni, fu due anni appresso rapito da immatura morte, o per infermità naturale, come narrano alcuni scrittori di que tempi, o ucciso a tradimento, come da altri si disse, da don Grazia suo fratello (V. Mu• rat. Ann. dltal. ad an. 1562). Or egli ancora era giovane amante assai degli studi, e godeva