Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/113

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SECONDO 7I3 suddette per correggere e migliorare le sue Effemeridi, e per mostrare la poca esattezza delle Tavole del re Alfonso, tanto in addietro pregiate. Intorno a che si può leggere la prefazione da lui premessa al suo libro intitolato: Novae coelestium orbium theoricae. Il Weidlero afferma (Hist Astron. c. i^rt. 118) che da Ticone e dal Keplero ei fu invitato a trasferirsi in Allemagna per formar ivi nuove tavole astronomiche secondo le recenti loro scoperte. Io non so qual pruova si abbia di ciò. Ma ancorchè ci mancasse questa e ogni altra testimonianza della stima in cui era il Magini, posson bastare per qualunque più grande elogio due lettere che abbiam tra quelle del Keplero. Una è di Giannantonio Roffeno scolaro del Magini al Keplero medesimo, scritta da Bologna nel 1 di marzo del 1617, in cui descrive il dolore che quell'università provava per la recente morte di un tal professore, e la determinazione ch’ essa avea presa di’invitare a succedergli il Keplero medesimo, come se niun altro potesse riparare degnamente tal perdita: Sapientissimus D. Joannes Antonius Maginus clarissimorum Mathematicorum lumen, parens ejus, quae in me est, scientiarum scintillae, elapsis diebus ad aeternam astrorum agnitionem ut putamus, e vivis abductus est. Moeret Academia Bononiensis; ademptum sibi lumen luget; novum Apollinem investigat; quem invenerit, opinor, si hoc onus subire non recusaveris (Kepler. epit. p. 642, cp. 4*3). 1/altra è dello stesso Keplero in risposta al Roffeno, a cui spiega il dolor che sentiva per la morte del