Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/114

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t4 LIBRO

Magali, cui loda assai, e dice suo amicissimo, e dimostra quanto sia sensibile all’ onore che gli comparte con tal invito quell’università, benchè poi rechi molte ragioni a scusarsene: Quas ad me Kalendis Martii dedisti li te ras, Nobilis et Cd. J ir, eodem exemplo geminas accepi argumento quidem luctuoso propter amissum summum in professione Mathematica virum D. Joannem Antonium Maginum, mihique amicissimum... mi hi vero pcrhonorificas oh dela tam successionem in illa Accademiarum Europae omnium Metropoli Bono ti ia, vere matre studiorum, quam unice suspicio et colo, ec. (ib. ep. Così non avess’ egli a’serii studii astronomici unite le scempiaggini dell’ astrologia giudiciaria. Ma egli non ebbe forza a superare il comun pregiudizio, che anche in questo secolo si sostenne j c il diè a vedere singolarmente nel libro poc’anzi citato, e in qualche altro opuscolo di tale argomento, benchè talvolta sembri convinto dell’impostura di quell’arte. Nella geometria fu molto versato, come fece conoscere principalmente nei’ suoi dodici libri intitolati Primum Mobile. Ei fu ancora eccellente geografo, e ne fan fede i suoi Comenti su Tolomeo, in cui paragona l'antica colla moderna geografia, e le lx tavole di descrizion dell’Italia, le più esatte che fin allora si fosser vedute, le quali furon poi pubblicate per opera di Fabio di lui figliuolo. Ei fu benemerito finalmente dell’ottica con grandi specchi concavi sferici da lui lavorati, e dei’ quali scrisse un Trattato italiano, stampato in Bologna nel idi i, dal quale raccogliesi che cotali specchi erano allora