Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/13

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SECONDO 6l3 Leouico da altri non ben differita al 1533. Il Bembo stesso volle comporre l'iscrizion sepolcrale che tuttor leggesi nel tempio di S. Francesco in Padova, e ch io riporterò qui volentieri, perchè ci dà una giusta idea della molteplice erudizione e dell’amabil carattere di questo filosofo: Leonico Thomaeo Veneto mitioribus in Uteris pungendisque carmini bus ingenio amabili, Pililo sopì ùae vero in studiis, et Académica Peripale ticaquc doctrina praestanti; nam et Aristotelicos libros Graeco sermone Patavii primus omnium docuit, scholamque illam a Latinis interpretibus inculcatam pervolvit, et Platonis majestatem nostris hominibus jam prope abditarn restituii, muí taque practerca scripsit1 multa interpretatus est, multos claros viros erudiit, praeter virtutem bonasque artes tota in vita nullius rei appetens. Vixit autem annos LXXV. M. i. d. XXVii. Il Sadoleto ancora ne pianse la morte (Epist. t. 1, ep. 128); e una lettera piena di elogi a lui tuttora vivente scrisse Lucillo Filalteo (Philath. Epist.). Magnifico ancora è quello che ne ha fatto il Giovio, oltre più altri scrittori di quell'età, che n esaltano egualmente la probità e il sapere. E veramente fu il Leonico uomo che con esempio assai raro congiunse insieme i serii studii della filosofia co' piacevoli dell’erudizione e della eleganza. I dieci Dialoghi su diversi argomenti, altri filosofici, altri morali, altri di diverse materie, sono scritti in uno stile assai colto, e lo stesso dee dirsi de’ libri De varia Historia, opera che ci scuopre ad un tempo e le molte cognizioni da lui acquistate leggendo, e lo studio da lui fatto sulla