Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/149

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I SECONDO;49 almen dato un saggio di tai Pensieri, perchè ognuno potesse più facilmente accertarsi di ciò che in essi s’insegna dal Sarpi, o che almeno si fossero più esattamente espressi i sentimenti di questo grand uomo } poiché 1’ estratto che nell’accennate note ne fa il Griselini, è talvolta oscuro, e talvolta indica certe opinioni che non fanno molto onore al sapere del Sarpi, come ove dice: Mostra Fra Paolo al num. 538 che l’acqua nel suo luogo non cerca discendere, e però non è grave. Il Galileo medesimamente mostrò che l acqua non ha gravità veruna; la qual seconda proposizione troppo chiaramente è contraddetta dalle opere del Galileo. Men certa è la gloria di alcune altre invenzioni che dall anonimo scrittor della Vita gli vengono attribuite, cioè ch ei fosse 1*autor del termometro, il qual vedremo a suo tempo che deesi al Galileo; che da lui fosse trovata una macchina con cui si scuopre la diversità de polsi, la qual veramente fu invenzion del Santorio j q che egli ideasse un sistema per salvare e spiegare i fenomeni tutti dei’ movimenti celesti con un sol movimento, di che il Griselini stesso confessa che non v’ha documento sicuro (p. 215). Le sole cose che incontrastabilmente son proprie del Sarpi, bastano a farcelo rimirare come uno de più grand uomini di cui possan vantarsi le scienze, e degno dell'elogio che ne fece il Salmasio nella dedicatoria della sue Esercitazioni Pliniane, indirizzata alla Repubblica veneta, dicendolo uomo quo felicius ad omnia ingenium post renatas literas natuni di ¿ce rim nullum, immo vel anterioribus etiam multis