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7^0 LIBRO
saeculis, ai ho ut in eo formando totam se videatur impedisse natura. sed et exenipla pròtinus cor rapisse, ne par, aut simili s alias un(piani possct esistere.
XXXVI. La prospettiva, parte essa ancora
dell' ottica. fece parimente nel corso di questo
! secolo assai lieti progressi, e ne fu interamente
debitrice all Italia: perciocchè, se traggasene
Alberto Durer che insegnò meccanicamente ad
usarla, i migliori scrittori di quest’arte ne tempi
di cui parliamo, furono italiani. Fin dal secolo
precedente Pietro della Francesca, natio di
Borgo S. Sepolcro (che dal Montucla è stato
trasformato (Hist des Mathém. t. 1, p. 364)
in Pietro del Borgo San Stefano), pittore assai celebre, avea cominciato a scrivere su questo argomento. Di lui parla a lungo il Vasari
(Vite de Pitt. t. 2, p. 205, ed. Fir. 1772),
che annovera le diverse pregiatissime opere di
pittura da lui fatte in Ferrara a’ tempi del duca
Borso, in Roma sotto Niccolò V, in Milano,
in Arezzo e altrove: e aggiugne che in Urbino
si conservano alcuni suoi scritti di Geometria
e di prospettiva, nelle quali non fu inferiore a
niuno de. tempi suoi, nè forse che sia stato in
altri tempi giammai, come ne dimostrano tutte
le opere sue piene di prospettive (p. 206). E
poscia: Fu Piero, come si è detto, studiosissimo dell arte, e si esercitò assai nella prospettiva, ed ebbe buonissima cognizione d Euclide, intanto che tutti i migliori giri tirati ne
corpi regolari egli meglio che altro geometra
intese; ed i maggiori lumi, che di tal cosa ci
siano, sono di sua m ino, perchè Maestro Luca