Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/251

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SECONDO 85I altre opere da luì pubblicate ci dà esatte notizie il co. Mazzucchelli (Scritt. Hai. L i, par. i, P• 271))* 1° nou C^IC atcen,lure gli scrittori di tale argomento, poichè essi sono ormai del tutto dimenticati e una giusta idea di essi ci ha già data il march. Maffei nel principio della pregiatissima sua opera Della Scienza Cavai* ìeraca. Perciò ancora io lascerò in disparte i molti libri che a questa classe in qualche modo appartengono, e che trattano de’ doveri del gentiluomo, del cavaliere, del principe, del cortigiano, tra quali accennerò solo il dialogo del Gentiluomo Veneziano dato alla luce in Venezia nel 1566 da Francesco Sansovino, per avvertire che questo scrittore si usurpò le fatiche di Bernardino Tomitano, che in una sua lettera inedita a M. Francesco Longo avea trattato questo argomento (a); il qual plagio è stato di fresco scoperto dal sig. D. Jacopo Morelli, che prima d’ogn altro ha trovata e esaminata la detta lettera (Catal, de’ Cod. ital. della Libr. Nani, p. 123). Un libro però non può passarsi sotto silenzio e pel nome del suo celebre autore, e per la fama che l’opera stessa ha sempre ottenuta ed ottiene tuttora, cioè il libro del Cortigiano di Baldassar Castiglione. La Vita di questo grand’uomo è stata già esattamente descritta da Bernardino Marliani, e premessa alla bella edizione del Cortigiano fatta in Padova nel 1733, nè vi ha bisogno di (1) La Lettera del Tomitano qui indicata è poi stata pubblicata in Venezia nel 178? per opera del sig. conte Giulio Tomitano altrove da me lodato.