Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/28

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(>28 LIBKO leggcsi parimenti al fine dell’Apologia di Socrate e d’Aristotele. Al tempo medesimo ampie proferte gli fecero i Bolognesi. E pare che essi credessero certamente di averlo dopo la morte del Pomponazzi; perciocchè il Casio, che allora appunto scrivea, dice: Jfonnni di sos; in/ire r pianger cessa, Studio orbato del Mantoan decoro, Dipoi che:l dotto tuo Monsignor Goro Per te condotto ha nuovamente il Sessa. Epitafi, p. 61. Ma la cosa non riuscì, perchè il principe di Salerno il volle seco. Così raccogliamo da un'altra lettera del Bembo a Marco Minio, scritta a’ 2 di ottobre del 1525 (l. c. p. 138), ove dopo aver accennato che si diceva che i Bolognesi avessero offerti al Sessa 800 fiorini d'oro, soggiugne: Qui sono lettere da Napoli a scolari, che dicono che l Principe di Salerno ha ritenuto il Sessa a leggere in Salerno quest’ anno, e ch egli per questa cagione non potrà venire a Bologna. In fatti il Toppi ha pubblicato il decreto di quel principe, che allora era Ferdinando Sanseverino, con cui a 28 di settembre dell’ anno stesso gli assegna un’ annua pensione di 200 ducati. E ivi egli continuò a vivere e ad insegnare fino alla morte, come afferma Leandro Alberti (Ital. p. ¡44)? il quale, scrivendo verso il 1550. dice solo generalmente ch’egli era morto questi anni passati. Il Giovio (in Elog.) racconta che ei morì per infiammazione di gola da lui presa una notte, mentre da Sinuessa (confusa dal Bay le colla