Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/360

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960 li t?ho dal Fontani ni si era affermato, che il Filologo fosse stato ancor professore in Bologna-e in Roma prima che in Padova. Ma di ciò trovasi una assai chiara testimonianza in una lettera di Giovanni Martinelli, citata dal P. ab Ginanni, che, scrivendo allo stesso filologo, rammenta lo straordinario applauso con cui avea letto in quella città: quum superioribus annis publice intei pretandi mimus obieris in fiorentissimo Gymnasio Romano, Bononiensi, et Patavino cum summa tua laude et omnium auditorum admiratione. Convien però dire che assai poco si trattenesse Tommaso, almeno in Bologna, perchè l’Alidosi non lo annovera tra i professori di quella università. L’ ordinaria stanza del Filologo fu la città di Venezia; e a qual fama ei giugnesse, ne fanno fede e le ricchezze da lui raccolte e le medaglie in onor di esso coniate. E quanto alle prime, deesi mentovare il lodevolissimo uso ch’egli ne fece, il qual insieme ci mostra quanto grandi esse fossero. Un collegio fondato e dotato in Padova, ove 32 giovani, singolarmente ravennati, dovessero essere in tutte le scienze istruiti; una scelta e copiosa biblioteca ricca non meno di libri che di antichi monumenti, di stromenti matematici e di pitture, e una rendita annuale per mantenere essi e chi ne avesse la cura; la chiesa di S. Giuliano di Venezia da lui a proprie spese rifabbricata col) disegno del celebre Sansovino e di Alessandro Vittoria, quella di S. Geminiano da lui o ristorata o abbellita; un fondo lasciato per assegnare ogni anno a sei zitelle la dote: queste sono le