Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/445

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SECONDO IO/j5 ebbe} e fra gli altri in Ferrara un certo Cortese da Modena, a cui solea il Ruini rimproverare che ben avesse in memoria gran copia di leggi, ma non ne intendesse il senso j in Padova Filippo Decio e Francesco da Parma, del qual secondo si narra che nel disputar col Ruini, il facesse infuriare e dar nelle smanie; in Bologna Giovanni Crotti monferrino, di cui parla il Panciroli (c. i44)» e Giovanni Annibale Canonici. Ma di quasi tutti i suoi avversarii riportò vittorie solenni, e giunse in Bologna a contare fino a 600 scolari al medesimo tempo, e. ad avere 1200 scudi di annuale stipendio. Fra molti illustri discepoli che vide alla scuola, ebbe l onore di annoverare il celebre Alciati, Marco Mantova, Lodovico Cato e Ugo Buoncompagni, che fu poi Gregorio XIII. Dicesi che quanto egli era di aspetto piacevole e di singolar grazia nel ragionare, altrettanto era rozzo nelle maniere, e iracondo e sdegnoso singolarmente nel disputare. Ma riguardo a’ giureconsulti che vissero al principio di questo secolo, deesi osservare ciò che più volte ne' più antichi abbiamo avvertito, che molte cose di lor si raccontano, appoggiate soltanto a popolar tradizione, o alle calunniose voci da loro emuli sparse (*). Ei morì in Bologna nel i53o, (*) Alcune particolari notizie intorno a Carlo Ruino si traggono dai monumenti di questo ducale archivio. Una lettera che vi si conserva, da lui scritta al duca Alfonso I da Roma a’ 27 di giugno del i mo, ci fa vedere ch'egli era colà stato spedito dal duca per trattare di gravi affari col papa. Ed erano infatti più anni che il Ruino era al servigio degli Estensi \ perciocché I