Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/474

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1074 LIBRO dal Panciroli, sepolto nella chiesa di S. Domenico. XI. Nulla minor fu la fama di Giulio Claro <!i patria alessandrino, alcune notizie della cui vita mi sono state cortesemente somministrate dal sig. D. Giuseppe Bolla ornatissimo cavaliere della stessa città. Era egli nato da Luigi Claro senator di Milano nel 1525, e compiuti gli studj nell’ università di Pavia, e ricevuta ivi la laurea nel 1550, e passati appena cinque mesi, come narrasi dal Panciroli (c. 181), fu dal re di Spagna onorato della dignità di senatore, a cui poscia si aggiunse quella di presidente del Magistrato straordinario e dell Acque. Dal 1559() al 1561 fu pretore in Cremona; e con qual lode sostenesse egli quella carica, sovvenendo a que cittadini nel tempo di una orribile carestia, e opponendosi coraggiosamente ad uomini sediziosi che sconvolgevano la città, si può vedere presso l Arisi (Crem. liter. t. '2 ì p. 268) c l Argelati (Bibl. Script, mediol. t. 2, pars 2, p. 2128, ec.) che ne citano in pruova i pubblici monumenti. Fu poscia dal re Filippo li chiamato a Madrid coll1 onorevole grado di consigliere reggente j e volendo quel re acchetare le intestine discordie che desolavano funestamente la Repubblica di Genova, il più opportuno a tal ardua impresa parvegli il Claro. Da lui perciò fu rispedito ili Italia, ma nel viaggio sorpreso da mortai malattia in Saragozza, secondo il Panciroli, o in Cartagena, secondo il Ghilini (Teatro, par. 1, p. 253), diede ivi fine a1 suoi giorni nel 1675 in età di soli cinquant’ anni. Il corpo ne fu