Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/475

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SECONDO 10^5 trasferito a Milano, e sepolto nella chiesa di S. Maria della Pace dei’ Minori osservanti, ove nove anni prima avea egli a se medesimo apparecchiato il sepolcro coll’iscrizione che si riferisce dal Ghilini e dall’Argelati. Quest’ ultimo scrittore ci dà un distinto catalogo delle opere da lui pubblicate, che allora furono accolte con universale applauso, e quella principalmente che ha per titolo Sententiarum receptarum opus, e la Pratica civile e criminale, che fu poi comentata da Giambattista Baiardi nobile parmigiano e celebre giureconsulto verso la fine di questo secolo stesso (Mazzucch. Scritt. ital. t. 2, par. 1, p. 69). Un lungo e magnifico elogio del Claro si ha in un’ orazione di Francesco Zava cremonese, detta innanzi a lui stesso, quando era pretore in Cremona (Zavae Orat.p. 12,ec.). Io ne recherò in voce un più breve, ma nulla meno glorioso, che ce ne ha lasciato il Taegio scrittor milanese, il qual parlando degli uomini dotti che amavano di soggiornare in villa, Et chi, dice (La Villa, p. 78), si allontana dalla memoria lo svegliato et pellegrino ingegno del signor Giulio Claro grande e illustre Senator di Milano, ornato di bellissime lettere, et huomo tanto universale, che quegli, che leggon gli scritti suoi, dubitano, s egli più filosofo sia che oratore, più leggista che matematico, più matematico che naturale, più naturale che theologo, più theologo che propheta, et finalmente più propheta che miracol di natura? Questi anche egli è tanto amico della villa, che buona parte dell anno vi consumerebbe, se non fosse