Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/488

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io8S LIURO e parla con quella franchezza che ora a' principi suole spiacere (l. c. p. 214) («)• Di un’altra orazione del Bellincini scritta al Re di Francia parla il Bembo in una lettera a lui scritta nel 1534 (Lett t. 3, l. 9; Op. t. 3, p. 277), in cui e di essa e dell’ oratore ragiona con molta lode ma non sappiamo in quale occasione fosse essa scritta e niuna di queste due orazioni ha veduta la luce. Dopo la morte di Paolo III fu chiamato a Ferrara dal duca Ercole II, che il dichiarò cavaliere e suo consigliere e segretario di giustizia ed ivi in età di 70’anni morì a’ 18 di’aprile del 1565. Il corpo ne fu con gran pompa riportato a Modena, e onorevolmente sepolto nella chiesa di S. Lorenzo. Di esso ci ha lasciata menzione Francesco Panini nella sua Cronaca ms. di Modena, ove parlando degli uomini illustri della famiglia de Bellincini, Tra gli altri, dice, a tempo nostro Francesco, il quale per la sua eccellente dottrina e valore è stato Senatore di Roma, Governatore di Parma, et ultimamente Consigliere Segreto de’ Principi d’Este, al cui servizio poco fa se ne passò a miglior vita. Hora con non minor lode fiorisce ne’ studii medesimi 1imo et riiltro Aurelio, amendue giureconsulti, et amendue Canonici della Chiesa di (a) 11 Bellincini lii senatore di Roma nel >5^.6, e il Calcaguini era morto nel 1S4 * • Non potè dunque esser questa 1’ orazione eh’ ei mandò al Caleagnini, ma qualc;he altra, di cui non abbiamo più distinta contezza. Intorno a ciò vegeasi la Biblioteca modenese, ove l’epoebe della vita del Bellincini sono stale più accuratamente esaminate ((. 1, p. ao5, ec.).