Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/489

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SECONDO 1089 Modena, fra? quali Aurelio già di Agostino non solo è ornato della scienza legale, ma in ogni sorta di Lettere in modo dotto et profondo, et di sì bello ingegno, che non pur alla famiglia sua, ma a tutta la Città è di splendore et ornamento grande. Di Francesco parlano ancora il Vedriani e il co Mazzucchelli (Scritt. it. t. 2, par. 2, p. 680). XVII. Tra’ più illustri giureconsulti che mai non tennero scuola, deesi distinto luogo a Pro- 1 spero Farinacci romano, nato nel 1554 e morto nel 1613 (G hi lini, Teatro t 1, p. 38(5), dopo avere sostenuta per molti anni la carica di avvocato (fiscale. Non v’ebbe forse mai giudice che nello scoprire e nel punire i rei di scandalose dissolutezze usasse maggior severità, e niun forse ve n’ebbe, da cui i rei medesimi potessero a ragione aspettarsi maggior indulgenza; perciocchè que' vizii medesimi ch’ ei puniva in altri, erano a lui famigliari e poco mancò che sotto Clemente VIII il giudice stesso accusato non ne pagasse la pena. Il pontefice gli concedette il perdono ad istanza del Cardinal Antonio Maria Salviati, a cui però scherzando rispose: cotesta vostra farina è buona j ma il sacco in cui racchiudesi, è sudicio e sporco. Così narrasi dall’Eritreo scrittore contemporaneo (Pinacoth. pars 1, p. 238), e dopo lui da tutti quelli che del Farinacci ragionano. I difetti morali però furono in lui compensati dal raro ingegno e dal profondo sapere, per cui, mentre ancora vivea, n era sì celebre il nome, che molti si protestavano di venire a Roma per desiderio più di conoscere quel grand'uomo, Tiràboschi, Voi XI. 3i