Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/94

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694 libro e che quel libro potè ivi essere stampato, benchè ei non fosse presente. Più certo è il soggiorno del bruno in Helmstadt nel 1589), perciocchè ivi nel primo di luglio recitò l’orazion funebre del duca Giulio di Brunswich allora defunto, che ivi pur fu stampata. Nel principio di essa ei dice che appunto in que giorni colà era giunto: Non casu seti provi denti a quaderni factum esse censeo, ut nescio quo vento seu tempestate ad regionem hanc hisce compulsus fuerim diebus. Quindi volgendo a se stesso il discorso, sfoga il suo mal talento contro la cattolica Religione e contro il romano pontefice: In mente ni ergo, in mentem, Itale, revocato, te a tua patria honestis tuis rationibus atque studiis prò ventate ex idem, hic civem, ibi gulae et voraci tati lupi Romani expositum, hic liberum, ibi superstitioso insanissimoque cultui adscriptum, hic ad reformatiores rirus adhortatum. Ei trattennesi in quegli Stati fino al principio del i5$i, nel qual tempo, mentre era già all ultimo foglio la stampa della sua opera De triplici minimo, per qualche improvviso accidente, di cui non abbiamo più distinta contezza, dovette partirne. Così accenna il Weckelio stampator di quel libro, che per ordin del Bruno lo dedica a Arrigo Giulio di Brunswich vescovo d’Halberstadt: Cum ultimum dumtaxat superesset operis folium, casu repentino a nobis avulsus, extremam ei, ut ceteris, manum imponere non pòtiiit XXI. Fin qui abbiamo seguito il Bruno, e per lo più colla scorta di autentici documenti. Ma il Bruno fu ancora nell' Inghilterra; e alcuni