Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/137

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TERZO * 28t) di S. Spirito in Bergamo, della quale fu anche poscia il primo abate. A maggior dignità fu chiamato nel 1559; quando gli fu conferito il supremo governo di tutto l’Ordine j cui dopo aver retto con molta lode, tornossene abate a Bergamo, e ivi morì nel i5(Kx 1 tre libri sopraccennati sono scritti con molta eleganza, e ci fan pruova della non ordinaria erudizione di Giangrisostomo nell’antica storia, e nelle lingue greca ed ebraica. Ma i pregiudizii comuni a que’ tempi gli fecero ciecamente adottare l’autorità di Annio da Viterbo, e sostenere i favolosi racconti de’ finti scrittori da lui pubblicati, e perciò fare primo fondator de’ Cenomani quel Cidno figliuolo di Ligure, e nipote di Faetonte, di cui essi ragionano, e affermar che gli Orobj altri non fossero che i Cenomani abitatori de’ monti. Lo spirito etimologico, che anche in quel secolo dominava, gli fece trarre l’origine del nome di Bergamo da tre parole ebraiche Beradim, Gon, Mon, che significano, dice egli (De Orob. orig', p. (66), inundatorum clypeata Civitas, ovvero Gallorum Regia Urbs. Più utile fu la fatica da lui intrapresa di raccogliere molte delle antiche lapide della città e del territorio di Bergamo, com’egli fece, dottamente illustrandole nel terzo libro della stessa opera. Di lui abbiamo ancora alle stampe un panegirico latino all imperador Carlo V. Avea egli innoltre intrapreso un Lessico biblico, in cui spiegava nelle tre lingue ebraica, greca e latina tutte le voci e le frasi della sacra Scrittura. Ma o egli non ebbe tempo a finirlo, o l’opera è rimasta inedita. Ch’ ei si dilettasse ancora della poesia Tuuboschi, Voi. XII,. ij