Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/261

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TERZO l.| 1 3 non debban dirsi rei di tal delitto. Sarebbe nondimeno degno di biasimo il Pigna, se non avese confessato sinceramente di dover molto al Falletti; ma egli l’ha fatto con tale sincerità. ch’ io bramerei che in ciò egli fosse imitato da molti moderni scrittori: Quando V E.t cosi dice egli nella dedica al duca Alfonso II, già sono dodici anni si trovava la terza volta, in Francia appresso il Re Enrico di memoria gloriosissima, io scrissi di sua commissione al Conte Girolamo Falletti, che mettesse all' ordine tutto ciò che havea raccolto da varii luoghi della Germania, che spettasse alla Casa dEstc, perche f animo di lei era, che vi aggiungesse il resto di quanto si era già ritratto da altre parti, et se ne formasse una historia, la quale ancora che f r. E. dopo la sua assunzione havesse destinata a lui, col donarli anche giurisdizioni et altri beni, affinchè con l animo tanto più riposato potesse affaticarvisi d intorno, fu nondimeno solamente abbozzata da esso infino ad Azzo Nono, et chiamata anche, per essere concisa, sotto nome di Annali, senza che potesse per la morte, che li sopraggiunse, nè spiegarla, come conveniva, nè passare più oltre, come era stato suo desiderio. li avendo poi l E. V. comandato a me, che prendessi quelli scritti, et altri d altri Annali, et cavatone quel tanto che mi paresse, abbracciassi, se possibile mi fosse, questa impresa, et la portassi a fine quanto prima potessi, io, senza perdonare alla mia complessione, ho voluto prontamente obbedirla. E aggiugne poscia, ch egli avea esaminato grandissimo numero di