Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/262

Da Wikisource.

1414 LIBRO diplomi e di carte nel ducale archivio, per compilare più esattamente questa sua.Storia. Poteva dunque egli il Pigna più chiaramente spiegare quanto ei dovesse al l'alletti? Per ultimo abbiamo nella biblioteca Estense il ms. del Pigna; e le cancellature, le correzioni, le giunte che vi si veggon sovente, pruovano sempre più ad evidenza ch’ ei non fu nè copiatore, nè traduttore e che perciò in niun modo gli è dovuta la taccia di plagiario. Egli ancora non condusse la sua opera a fine. Quella che ne abbiamo, è la parte prima; ed ei pensava di aggiugnervi la seconda. Ma la morte non gliel permise, e nulla io trovo di tale continuazione nè in questa biblioteca, nè in quest’ archivio secreto. La detta prima parte fu magnificamente stampata in Ferrara nel 1570, e tra le molte lettere inedite tratte dall’ archivio di Guastalla, delle quali io tengo copia per gentilezza del più volte lodato P. Ireneo Affò, una ve ne ha de’ 6 di novembre del detto anno, con cui una copia di questa opera in nome del duca Alfonso II vien mandata a D. Cesare Gonzaga signor di Guastalla. Fu ella poi per ordine del duca stesso tradotta in latino da Giovanni Barone, e stampata in Ferrara nel 1585, e circa il tempo medesimo se ne pubblicò ancora una versione tedesca. In fatti la Storia del Pigna era la più ampia e la più esatta che si fosse finallora veduta de’ Principi Estensi. Ma egli ancora non seppe riconoscere e rigettare le favole de’ tempi più antichi, di cui gli scrittori precedenti l’aveano ingombrata; gloria riserbata all’immortal Muratori, che sgombrando