Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/328

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«480 LIBRO occupar la suprema dell Ordine suo; s egli modestamente non se ne fosse schermito. Il Bosio, scrittor della Storia di Malta (par. 3, l. 9 p. 171, 317), ha voluto render sospetto insieme e ridicolo questo storico, raccontando ch essendo egli stato malconcio a colpi di bastone da un cavalier di quell’ Ordine, sdegnato perciò contro l’ Ordine stesso, scrisse più cose ad esso poco onorevoli; ma che pagonne il fio; perciocchè poco dopo aver pubblicata la sua Storia, mentre da un alta torre stava traendo colla fune la secchia, caduto all ingiù, perdette miseramente la vita. Il Mongitore rigetta questo favoloso racconto (l. c. p. 260), mostrando che la Storia fu pubblicata nel 1558, e che lo storico non morì che nel 1570; e che di ciò che dal Bosio si narra, non vi è nè congettura, nè pruova di sorta alcuna, trattane l asserzione di quello storico, che non fu forse esente da quella passione ch ei rimprovera al Fazello. LXXV. Ma è tempo ormai che insieme co* nost ri storici, i quali non paghi d illustrar le cose italiane rivolsero le lor fatiche anche alle straniere, usciamo noi pur dall’ Italia, e andiamo velocemente scorrendo gli altri regni e le altre provincie, delle quali appena fu alcuna che non avesse talun de nostri a scrittore della sua Storia. E uno ne diede Verona al regno di Francia ne primi anni di questo secolo, che fu allora tenuto in conto del primo illustrator delle cose di quella nazione. Ei fu Paolo Emili, di cui ha scritta in breve la Vita il P. Niceron (Mém, des Homm. ill. t. 40, p. 61, ec.),