Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/370

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I D22 LIBRO Assai prima però il troviamo in Firenze; perciocchè la dedica con cui egli offre ad Antonio Altoviti la sua traduzione di Paolo Diacono, è segnata in questa città agli 11 dicembre dell!an 1547 1547- fu infatti "in Firenze il soggiorno ordinario di questo scrittore, benchè talvolta ei viaggiasse ad altre città. Così egli narra di essere stato in Urbino nel 1555, e di avervi avuta gratissima accoglienza dal duca Guidubaldo II (ivi p. 221); il che fu probabilmente per offerire a quel principe la traduzione delle Vite di Plutarco, stampata in quell’ anno, e a lui dedicata. Così ancora la dedica de’ suddetti Dialoghi a M. Vincenzo Arnolfini è scritta da Roma a 20 di marzo del 1562. Il Zilioli, citato da Apostolo Zeno (Note al Fontan. t. 2. p. 300, ec.), racconta che il Domenichi fu dalla Inquisizione arrestato in Firenze; e convinto di non so quali delitti, benchè da lui non mai confessati, fu condennato a perpetuo carcere nelle Stinche, donde poi il duca Cosimo, ad istanza del Giovio, il fè’ liberare. Ma questo scrittore non è di tale autorità che basti a persuaderci una cosa da tutti gli altri ignorala (a). Se il Domenichi ebbe qualche 1110(a) Cih che accenna il Zilioli della condanna del Domenichi fatta dalla Inquisizione in Firenze, è certo, e il sig. Galluzzi ne ha pubblicata la sentenza preceduta dalla Relazione che i commissarii ne diedero al duca Cosimo: Lodovico Dqme nielli persona Letterata di trentotto anni in circa ha tradotto di Latino in volgare la Nicomediana del Calvino, è stato assistente sempre alla stampa e a correggerla. L’opera è disonestissima,