Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/376

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i5a8 Liimo lingua italiana, come di Senofonte, di Polibio, di Paolo Diacono, di Luciano, di Boezio, di S. Agostino e di più altri, e di varii latini moderni, cioè del Giovio, dell’Alberti, del Gii aldi, del Giustiniani, ec. Di quelle ch’ io ho potuto confrontare con altre versioni, niuna ne ho veduta che possa dirsi dal Domenichi tolta ad altri ed usurpata. Ma a me sembra ciò non ostante, paragonandole insieme, che molto di esse si valesse il Domenichi, il quale quasi niuna cosa tradusse, parlando di libri antichi, che da altri non fosse già stata tradotta; e io dubito assai ch ei non sapesse punto di greco \ almeno ei non dà mai indicio di cognizione che avesse in quella lingua. Le traduzioni però del Domenichi sono pregevoli per lo stil facile e chiaro, e non senza eleganza, con cui sono distese. Delle altre opere di questo scrittore, e di quelle di altri da lui o raccolte, o migliorate, o corrette, si può vedere il catalogo nella nuova edizione della Biblioteca dell Haym. Egli morì nel 1564, come dimostra il Zeno (Note al Fontan. t 1, p. 99), e ciò avvenne in Pisa, se crediamo al sig. Domenico Maria Manni (Stor. del Decam. p. 2i5) (a). (a) Della vita e delle opere del Domenichi più copiose e più accertate notizie si posson ora vedere nelle Me mone per la Storia di Piacenza del ch. sig. Proposto Poggiali (t. 1,p. 221), le quali però comunemente combinano con ciò che qui se n è detto. Solo non avendo egli forse veduta in tempo la Storia del sig. Galluzzi, e l’ autentico monumento da lui prodotto della prigionia del Domenichi, ha mostrato di dubitare alquanto del libro che dicesi da lui tradotto. Ei vorrebbe inoltre