Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/441

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I TERZO i5y3 Gracco in Latinum scrnioneni converte rat; edititi et Fiorenti ae primus Graecorum Epigrammatum Volumen literis antiquis excusum una cum sua epistola eruditissima ad Petrum Medicen Laurentii filium; e soggiugne poscia che il Lascari in ciò solo fu poco saggio, che un epigramma scrisse e pubblicò contro Virgilio, per cui molti in Roma scrisser contro di lui, e scemaron la stima che ne avean formata. Il Giovio riflettendo alle pochissime opere che il Lascari pubblicò, lo accusa come uom pigro e troppo amante dell’ozio; ma i viaggi e i pubblici impieghi ne’ quali fu occupato, impedirono probabilmente il Lascari dal lasciarci più copiosi monumenti del suo studio e del suo ingegno. l)i alcune altre cose che di esso ci son rimaste, e di qualche altra circostanza della sua vita, ch’ io ho per brevità tralasciata, si potranno trovare più minute notizie presso il Boernero; a cui io aggiugnerò che una lettera italiana se ne ha nella Raccolta del l’ino (t. 2, p. 145). XI. Scolaro del! Lascari fu Marco Musuro, natio di Creta, di cui pure ha diligentemente scritto il Boernero (l. c. p. 219, ec.). Da lui fu istruito nella greca e latina letteratura, poichè in amendue era eccellente il Lascari, e in amendue forse ancora più che il maestro si segnalò il Musuro. Dal 1503 fino al 1509 fu professore di lingua greca nella università di Padova, ma con assai tenue stipendio, che non giunse sul fine che a 140 ducati (Facciol. Fasti; pars 1, p. 55); e Erasmo, che di quel tempo fu in Padova, e da cui il Musuro è detto ilHABOSCHI, Voi. XII. 28