Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/508

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i GCm) unno VI. Se all’ingegno e allo studio fosse stato ' in lui uguale il senno, dovrebbe aver luogo tra" migliori poeti Niccolò Franco. Ma ei fu un di coloro che col reo uso che fanno de' lor talenti, si chiudon la via all’ immortalità del nome, e lasciano di lor medesimi poco onorata memoria. Ei nondimeno non debb’ essere dimenticato nella Storia della Letteratura, che anche i vizii de’ letterati debbe indicar come scogli da cui guardarsi, e io ne parlo ancora più volentieri, perchè niuno sinora ne-li ha scritta la Vita. Benevento ne fu la patria, e l’edizione del Dialogo delle Bellezze, fatta in Casale di Monferrato nel 1542, a cui va innanzi il ritratto del Franco colle parole aet. ann. XXVII (Zeno, note al Fontan. t. 1, p. 219), ci mostra ch’egli era nato circa il 1515. Ma io dubito o di errore, o d’impostura in quel numero (a). Tra le Lettere di Niccolò, stampate nel 1 “>39, ne abbiamo alcune scritte nel 1531 al re Francesco I, al duca e alla duchessa d’Urbino, e ad altri cospicui personaggi. È egli possibile che in età di poco oltre a quindici anni egli osasse tanto? Forse invece di XXVII doveasi stampar XXXVII, col che verrebbe a fissarsi la nascita di Niccolò circa il 1505. Le dette Lettere ci fan vedere che il Franco tra l 1531 e ’l 1536 si stette or in Benevento, or in Roma, ora, e per lo più, in Napoli. Esse ancora ci scuoprono il carattere di costui nulla (a) Potrebb" essere rhe il Franco in età Hi ventisette anni si fosse fatto ritrarre, e solo piscia nel 1^.44 avesse premesso a quest'opera il suo ntrulio.