Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/563

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TERZO 1 ~ I 5 ]' Argelati, a cui nulla ho che aggiugnere, se non che io ne conservo non poche lettere inedite, i cui originali ritrovansi nel segreto archivio di Guastalla. Le Rime, di cui si fecero, lui vivente, diverse edizioni, e alcune delle quali furono anche da lui illustrate colle sue dichiarazioni, ebbero allora plauso; ma sarebber migliori, se men ricercati ne fossero i pensieri, più dolce il suono e più purgato lo stile. XVT. Il saggio che il Guasco (Stor. lett di Reggio, p. 72, ec.) ci ha dato delle Poesie italiane di Francesco Martelli reggiano, prima arciprete di Carpi (*), poi vescovo della sua patria, e morto nel 15^8 7 ci pruova ch’ei dee aver luogo tra colti rimatori di questo secolo. Lo stesso autore ragiona di molti altri Reggiani che felicemente coltivarono la volgar poesia, e singolarmente di Francesco Denalio (l. c. p. 126), la prima parte delle cui Rime fu stampata in Bologna nel 1580. Ciò però, che dal Guasco, e sulla fede di esso dal Quadrio, si narra (t 2, p. 263), ch’ei fosse in Bologna coronato d’alloro da Carlo V, a me par cosa molto dubbiosa, perchè nè nelle prefazioni di (a) Di questi tre poeti, cioè di Francesco Martelli, di Fraucesco Denalio e di Luigi Cassoli si è più lungamente favellato nella Biblioteca modenese (t. iG-p t. 2, p. aio; /. 1, p. 422)» e si è osservato onde abbia avulo origine il racconto della corona poetica data al Denaglio. Non vuoisi però dissimulare, riguardo al cavalier Cassali, rlie il (li. sig. proposto Foggiali ha assai ben dimostrato rbe benché la sua famiglia fosse originaria daBeggio, i suoi antenati nondimeno già da più generazioni erano stabiliti in Piacenza (Metti, per la Stor. Ut ter. di Pitie, t. 1, prtf. p. IX, ec.).