Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/641

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TERZO • 179^ si racconta senza alcuna sorta di poetica invenzione, e in modo che di poesia altro non v ha che il metro. Tali sono i Successi bellici di Niccolò degli Agostini veneziano, autore di più altre opere in poesia sul principio del secolo, e fra le altre di una giunta di tre libri alOrlando innamorato del conte Boiardo (V. Mazzucch. Scritt. it. t. 1, par. 1, p. 216), il Lautreco di Francesco Mantovano, i Decennali di Niccolò Macchiavelli, ed altre opere somiglianti di Mambrino Roseo, di Pompeo Bilintano, di Sigismondo Paolucci, di Antonfrancesco Oliviero e di altri; fra' quali io accennerò solo il famoso Albicante, poeta nulla migliore de’ nominati, ma celebre per la sua alterigia e per le contese ch' ebbe col suo degno rivale Pietro Aretino e col Doni; intorno a che sì esattamente ha già scritto il conte. Mazzucchelli (ivi ì p. a3 6), ch’io credo inutile il rinnovarne la memoria. Il Quadrio potrà somministrare a chi ’l voglia un distinto catalogo di tai poeti (t. 6, p. 137, ec.). Io che amo di passare velocemente su tutto ciò che non ridonda a grande onor dell’ Italia, due sole osservazioni farò su due di essi. E primieramente La Guerra di Parma poema in sette canti diviso, e stampato la prima volta in Parma nell’an 1552, non è opera, come egli crede probabile (t. 7, p. 259), del Marmitta, ma di Giuseppe Leggiadro de’ Gallani. Di questa notizia siam debitori al Compendio storico di Parma, scritto in quel secolo da Angelo Maria di Edovari da Erba, e non mai pubblicato, in cui tra gli uomini illustri di