Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/647

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TERZO 1 ^99 cioè in poemi romanzeschi e in poemi eroici. A’ primi premette egli gli scrittori di brevi romanzi, ossia di novelle, de’ quali non fu scarso il secolo di cui parliamo, che ha non pochi novellatori, altri in prosa, altri in versi. Tra’ secondi non abbiam cosa degna di special menzione. Tra’ primi si possono annoverare il Bembo pe’ suoi Asolani, il Firenzuola, Ortensio Landi, Carlo Gualteruzzi, Gianfrancesco Strapparola, Girolamo Parabosco, Giambattista Giraldi, Sebastiano Erizzo, Ascanio de’ Mori, Scipione Bargagli e il Sansovino, che una raccolta ci diede di cento Novelle di diversi scrittori. A me basterà dire di uno solo ch è fra tutti il più celebre, cioè di Matteo Bandello, su cui però non farà d’uopo lo stenderci lungamente, poichè ogni cosa già ne ha esaminata con somma esattezza il conte. Mazzucchelli (Scritt. it. t. 1, par. 1 p. 201) (a). Ei fu nipote di quel Vincenzo (a) Alcune altre notizie intorno a Matteo Bandello, tratte da documenti del convento di Santa Maria delle Grazie di Milano, mi ha comunicato l'altre volte da me lodato P. maestro Vincenzo M. Monti dell'Ordine de Predicatori. Egli era figlio di Gianfrancesco Bandelli, e fin dal 1501 dovea essere religioso da alcuni anni, poichè in quell’anno cominciò ad accompagnare ne viaggi il general dell’Ordine F. Vincenzo Bandelli suo zio. Dopo la morte di questo, avvenuta a’ 27 di settembre del 1506, trovasi Matteo stabilito nel suddetto convento, da cui egli nel i.5o8 dedicò il suo Egesippo a Filippo Sauli, e ne’ cui libri ei si vede segnato all’anno i5.4 e al 1.523, e in questo secondo col titolo di priore di Crema. Nell’anno stesso intervenne a un capitolo del suo ordine, tenuto in Fermo, e avendovi ei recitata una’orazione in lode di quella città, fu essa accolta con tanto applauso, che per comune decieto