Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/748

Da Wikisource.

I9OO LIBRO LX. Fra le buone tragedie si sogliono ancor rammentare il Principe Tigridoro di Alessandro Miari, l’Acripan da di Antonio Decio da Orte la Tullia Feroce di Pietro Cresci, XIdalia di Maffeo Ve ni ero, la Semiramide di Muzio Manfredi da Cesena, di cui io ho più lettere a D. Ferrante II Gonzaga duca di Guastalla, ed altre di D. Ferrante al Manfredi, tutte di argomenti letterarii, e singolarmente drammatici; l Almerigo di Gabriello Zinani, la Tomiri di Angelo Ingegneri, il Cesare di Orlando Pescetti, ed altre che si posson vedere registrate da tutti gli scrittori di tal materia. Io mi trovo ingolfato in un sì vasto oceano, che non mi è possibile il trattenermi a esaminare ogni cosa che mi si offra allo sguardo, e mi conviene affrettarmi a ritornare alla spiaggia. Perciò io non farò parimente menzione delle tragedie che da alcuni con poco felice consiglio cominciarono a scriversi in prosa, e delle molte traduzioni che vennero a luce delle tragedie degli antichi scrittori greci e latini. La storia del teatro italiano è stata sì pienamente illustrata dal Quadrio, che a me può bastare di dare un cenno delle cose più degne di riflessione, senza trattenermi a dirne più lungamente. Chiudiam in lutti i principali archivi d' Italia c di Polonia son giunti a rischiarar queslo punto di storia italiana, che finora era involto fra molle tenebre. Essi inoltre e con essi il co. Cristoforo Torcili reggiano, veggendo con dispiacere che appena conserva vasi memoria ulcuna del co. Pompooio tu Monlechiai ugolo, gli hanno ivi innalzato un ouorevole monumento con una elegante latina iscrizione.