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terzo 1925

questa la rappresentazione che in Firenze per ordine del gran duca si fece con solennissimo apparato, e per cui ideò ingegnosissime macchine Bernardo Buontalenti; e curioso è il fatto ch’egli racconta, come cosa da non dubitarne, cioè che il Tasso informato del plauso con cui essa era stata accolta, e del molto che perciò egli dovea al Buontalenti, recatosi secretamente a Firenze, volle conoscerlo, e scopertosi a lui, e baciatolo in fronte, partissi tosto, senza che il gran duca, che dal Buontalenti n era stato avvisato, potesse farlo fermare, e onorarlo, come bramava.


Altri drammi pastorali LXVII. L’esempio del Tasso, e il gran plauso con cui fu accolta l’Aminta, risvegliò ne’ poeti italiani non poco ardore nell’imitarlo, sicchè in pochi anni fu innondata l’Italia di pastorali rappresentazioni. Ma l’esperienza fece loro conoscere che troppo era malagevole l’uguagliarlo.

Io lascerò dunque in disparte le poesie di questo genere che verso la fin del secolo ci diedero Alvise Pasqualigo, Gabriello Zinani, Luigi Grotto, Pietro Cresci, Alessandro Miari, Angiolo Ingegneri, Diomisso Guazzoni, Girolamo Sorboli, Rafaello Borghini, e più altri che si rammentan dal Quadrio (p. 400 ec.). Anche alcune donne vollero in ciò segnalarsi, e oltre Laura Guidiccioni Lucchesini1 e Leonora

  1. Il sig. abate Arteaga attribuisce alla Guidiccioni anche l’Anima e ’l Corpo, rappresentazione posta in musica da Emilio del Cavaliere, e cantata in Roma nel 1600 (Rivoluz. del Teatro music. ital. t. 1, p. 298, sec. ed.). Ma il Quadrio, da cui ha tratta questa notizia (Stor. della Poes. t. 5, p. 433), non dice veramente