Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/777

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TERZO,939 ji pallia padovano, e vissuto parecchi anni alla corte dei’ Farnesi; opera per l’ eleganza del verso e per molti altri pregi degna di molta stima; e che più ancora ne avrebbe ottenuto, T autore non si fosse sì strettamente attaccato alle pedate del Tasso nell’invenzion della favola, che fin d allora si disse che l Alceo altro non era che l Aminta bagnato. Altre notizie intorno a questo poeta, di cui si hanno altre poesie, e che morì in età immatura, si posson vedere innanzi alla bella ediziou del\Alceo fatta in Padova nel 1722. LXVIII. Fra tutte però le azioni teatrali di questo secolo, niuna eccitò sì gran grido, quanto il Pastor fido del cav. Battista Guarini, autore abbastanza noto e per le vicende della sua vita, e pe’ contrasti per la sua pastoral sostenuti. Apostolo Zeno fu il primo a scriverne con qualche estensione la Vita (Galleria di Minerva). Indi un'altra assai più ampia ce ne ha data il sig. Alessandro Guarini pronipote di Battista (Suppl. al Giorn. de Letter. d'Ital. t. 2, p. 154 j Giorn. t 35, p. 286), e di essa si è giovato nel compilare la sua il P. Niceron (Mém. des Homm. ill t. 25, p. 172). Più lungamente ancora ne ha scritto l’eruditissimo Barotti nella sua Difesa degli Scrittori ferraresi (par. 1). Molte cose nondimeno non mi sembrano ancora rischiarate abbastanza, e io vorrei avere maggior agio di tempo e maggior copia di lumi per farlo. Qualche cosa nondimeno mi verrà forse fatto di aggiugnere a ciò ch’essi ne han detto; e possiam poscia sperare di vederla assai meglio illustrata nella seconda parte delle Memorie de1 Letterali Tirauoschi, Voi XII. 49