Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/805

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TERZO 1957 posson veder accennate nella Vita scrittane dal P. Fuligatti (c. 3). Ma nell’an 1564 entrato nella Compagnia di Gesù, tutto si diede agli esercizi di pietà e di zelo con tal fervore, che ne fu poscia introdotta la causa della beatificazione. Di lui fa onorevol menzione Luca Contile in diverse sue lettere (Contile, Lett. t. 2, p. 292, 294, 337, ec., 364,372) (a). Ma torniamo alle versioni di Ovidio. Bella e pregevole molto è la traduzione dell’ Epistole eroiche di Ovidio fatta da Remigio Fiorentino, cioè da F. Remigio Nannini dell’Ordine de’Predicatori, morto in Firenze a’ 2 di ottobre nel 1580 (Zeno, Note al Fontan. t. 2, p. 480), e autore di molte altre versioni e diverse opere, il cui catalogo si può vedere presso i PP. Quetif ed Echard (Script. Ord. Praed. t. 2). Anche Cammillo Cammilli volle darcene una nuova versione, non in versi sciolti, com era quella di Remigio, ma in terza rima, la qual però non ebbe gran plauso. Le opere amorose dello stesso poeta ebbero alcuni interpreti, e fra essi fu il migliore Angiolo Ingegneri che ci diede in ottava rima i due libri de’ Rimedj d’amore. Finalmente una buona versione de’ Fasti in versi sciolti fu pubblicata da Vincenzo Cartari reggiano, e i libri intitolati Tristium furono tradotti da Giulio Morigi da Ravenna, il qual pure tradusse la Farsalia di Lucano. Di Tibullo, di (<7) Vcpgasi la Biblioteca modenese, ove del Bellentani e del l*. Reatino si è parlato più lungamente (l. 1, /?. iqj; t. 4, p. 315). r