Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/85

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TERZO iijq vero libros complures, quos item Herculi Principi moriens commendavit (l. c. p. u'jS). X\ II. Quanto più frequenti e più gravi erano i dolori da’quali veniva travagliato il Giraldi, altrettanto più dobbiamo ammirare l’opera che in tal tempo appunto egli scrisse, cioè le XVII Dissertazioni, o, com egli le intitola, Sintagmi intorno agl Iddii. L’erudizione che in essa si vede, è vastissima, poichè appena vi ha autore greco o latino, de’ cui passi ei non si valga. Cita ancora talvolta i codici a penna, uè lascia di far uso delle antiche iscrizioni. Ei non è semplice compilatore degli altrui detti, ma gli esamina e li confronta tra loro, e or segue, or rigetta la loro opinione. Nè io dirò già, che sia questo un compito trattato di mitologia, e anzi confesserò volentieri che le citazioni troppo affollate lo rendono alquanto oscuro; che non ne è sempre esatta la critica, e che i monumenti poscia scoperti ne hanno additato e molte mancanze e molti errori. Ma chiunque si faccia a leggerlo, non potrà a meno di non confessare ch essendo stato il Giraldi il primo a trattare dottamente un sì vasto e sì intralciato argomento, ei lo ha fatto in maniera, che a ragione vien rimirato come uno de’ più dotti uomini del suo tempo. Allo stesso argomento appartengono il Trattato delle Muse, quel delle Navi degli antichi, quello della diversa maniera di seppellire, e la Vita di Ercole, e possono ancora qui riferirsi la spiegazione degli Enigmi degli antichi e quella de’ Simboli pittagorici, il Trattato degli Anni e de’ Mesi, aggiuntovi il Calendario greco e latino, e i xxx Dialogismi