Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/116

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20^8 LIBRO dice (V. B. Castil. Op. p. 367, ed. Comìn.) t Eclogam, quam superioribus diebus, cum Mantua redirem Urbinum, in itinere composui. In ea sub persona Thyrsidis gratias ago Balthasari Castalioni, Principi in omni virtutum genere consumatissimo, qui nos domo, font mi s, patria, ob bellorum incendia ejcctos in contube mi uni accepit, et. sua liberalitate non parum sublevavit. Il desiderio però, che avea Giannantonio che il giovane suo figlio si voi gesse ancora agli studj filosofici e che scegliesse poi a qual professione volesse applicarsi, determinollo a toglierlo dalla casa del Castiglione, e ad inviarlo a Bologna sulla fine del 1515 (I. A. Flamin. l. 3, ep. 24; l- 6, ep. 14, 15); e ricusò a tal Gnc f invilo fattogli dal Beroaldo a nome del Sadoleto, il quale avrebbelo voluto in Roma suo compagno nell1 impiego di scrittor delle lettere pontificie (ib. ep. 19). In Bologna fu il giovane Flaminio accolto in sua casa da Francesco Bentivoglio, a cui perciò scrisse il padre più lettere piene di gratitudine (ib. ep..20, 21, 23). Io non trovo per quanto tempo si trattenesse il Flaminio in Bologna. Certo è eli1 egli era in Roma circa il 151 <9, quando ivi trattossi la celebre causa del Longolio da noi altre volte accennata, perciocchè il Sadoleto, scrivendo al Longolio stesso, gli dice che il Flaminio erasi offerto a recitar 1’ 0razionc che quegli allora assente avea in sua difesa composta (SadoL Epist. famil. t. 1, p. 42, ed. rom.). Questo secondo viaggio di Roma fu da lui fatto probabilmente in compagnia di Stefano Sauli, da noi altre volte lodato, e