Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/119

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TERZO 208l detto anno (Cortes. Op. t. 1 , p. io3): A caso anche mi si è aumentato alquanto di rifrigerio, che il nostro M. Marcantonio Flaminio venne di compagnia da Verona , e starasi meco tutta la Quadragesima, il che non solo di giorno , ma anche buona parte della notte, mi è di gravissima consolazione: e così di una divisa compagnia V. S. Reverendiss. ha M. Galeazzo, ed io M. Marco Antonio Flaminio , qual è in questa Terra a effetto di far stampare la Parafrase sua fatta sopra il xii della Metafisica; e già vi è dato principio, nè dubito, che sii opera per piacere sommamente prima per la bellezza e celsitudine della materia , poi perchè ancora è scritta in un stile molto proprio, candido ed elegante. Editi vero sempre mi ho promesso molto del giudizio ed ingegno di M. Marcantonio; ma in questa cosa superavit etiam opinionem meam, e tanto più, quanto per avanti non si era esercitato a scrivere in soluta oratione,- ed or questo pare uno stile e s trattiss imo, a tal che judicio meo non cede ad alcuni di quelli, che oggi scrivono; e. tanto è dilucido e plano, che se il residuo delle cose di Aristotele fosse trattato in tal modo, facilmente sarebbe pervio ad ognuno, e vi sarebbono più persone dotte. Ed esiste in fatti questa edizione, che è assai bella, fatta nel detto anno , e ne ha copia questa biblioteca Estense. E perchè la pietà singolare, che rendeva ancor più belle le rare doti di questo amabil poeta, faceagli coltivar con piacere gli studj sacri, ei prese a scrivere una parafrasi