Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/120

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2082 LIBRO in prosa su XXXII Salmi, che fu poi stampata in Venezia nel 1537: Aspetto, scrive il Cortesi al Cardinal Contarini da Padova a’ 12 novembre del detto anno (ib. p. 124), fra pochissimi giorni quà e a Praglia Messer Marcantonio Flaminio , qual viene per far stampare una Parafrase sua sopra trenta doi Psalmi cosa dignissima di quello ingegno e di quel spirito. Non è concisa, come fu quella del Campense, ma diffusa, e larga, e penso debbia esser molto utile. Mi duol bene, che per l’infirmità sua non possa proseguir più avanti, che già questo poco in tutto gli avea levato il sonno. XXXni. Frattanto le indisposizioni del Flaminio crebbero a segno , che cominciosi a temer eli’ ei non ne rimanesse la vittima. Dopo aver viaggiato qua e là, ma inutilmente, per diversi paesi (l. 2, carm. 7), finalmente l’aria di Napoli parve la più opportuna a guarirlo; e colà perciò ei recossi verso la fine del 1538, perciocchè agli 11 di novembre del detto anno , scrive egli stesso da Sessa, che non avendo trovato in Napoli alloggiamento comodo, era colà tornato, e che stava ivi godendo della compagnia di M. Galeazzo Florimonte, e che se nella primavera seguente non avesse potuto trovare stanza in Napoli, avrebbe fatto ritorno a Verona (Atanagi, Lett. facete, l. 1, p. 347). Ma egli ve la trovò, e ora in Napoli, ora in Caserta, ora in altri luoghi del Regno andò trattenendosi almen fino al marzo del 1541 (ivi, p. 352, ec.), e vi ricuperò felicemente la sanità,