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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/30

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I992 LIBRO Somiglianti sono le lodi di cui l’onorarono e il Bembo (Dial. de Culice) e Giano Parrasio (Quaesit. per Epist. p. 64, ed. Neap. 1771)? i quali parimente cel rappresentano come il più eloquente oratore che avesse allor Roma. Fu perciò l’ Inghirami onorato distintamente da’ romani pontefici, poichè da Alessandro VI ebbe un canonicato in S. Pietro (a), e un altro in S, Giovanni Laterano, e fu inviato nell’ an 1495 insiem col cardinale Bernardino Carvaial oratore a Massimiliano I, da cui ancora con onorevol diploma fu dichiarato conte Palatino e poeta laureato, col privilegio di aggiugnere alle divise della sua famiglia l’ aquila imperiale; da Giulio II, oltre altri onorevoli impieghi, ebbe la prefettura della biblioteca Vaticana (V. Assentati. Catal. Di hi var. t. 1, praef. p. 60), e da Leon X ancora fu arricchito di più beneficj, e forse a più alto grado! d’onore sarebbe stato innalzato, se una ira-J matura e funesta morte non l’ avesse rapito. Perciocché fanno i5i6, mentre egli cavalcava su una mula per Roma, questa atterrita da due bufali che traevano un carro in cui si avvenne, si scosse ed infuriò per modo, che l Inghirami ne cadde, e benchè felicemente il carro gli passasse sopra senza offenderlo, la percossa però e lo spavento fu tale che, dopo (a) Non «la Alessandro VI, ma da Giulio II ebbe J Inghirami il canonicato in lS. Pietro, come ha avvertito il sig. abate?tlnnni die alcune altre notizie ci ha «late di «jueslo elegante scrittore (Degli Ai ch'airi fjonli/, t. i, p, 218, cc.).