Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/31

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TERZO 199J una lunga malattia, finì di vivere in età di circa 46 anni (Valer, de Infclic. Li ter. I. 1, p. 2 5). Monsignor Galletti però osservando l'abito in cui è dipinto Fedro in una pittura che rappresenta questo fatto, argomenta che esso accadesse prima dell an 1508; e poichè egli non morì che nel 1516, ne trae per conseguenza ch’ egli non morisse già per quel sinistro accidente. Il qual discorso avrebbe non poca forza, se antica fosse quella pittura, e non vi fosse luogo a temere di qualche error nel pittore. Il sopraccitato Parrasio, piangendone amaramente la morte, si duole (l. c p. 146) ch' egli abbia lasciate imperfette tante e sì belle opere, alle quali niuno avrebbe avuto il coraggio di dar l’ ultima mano, e ne accenna principalmente le eloquentissime Orazioni, un'Apologia contro i biasimatori di Cicerone, che Fedro aveagli letta pochi dì innanzi all’ ultima malattia, un Compendio di Storia romana, un Comento sulla Poetica d' Orazio e alcune Quistioni sulle Commedie di Plauto. Il Sadoleto ancora si duole che le opere dell'Inghirami, dopo la morte di esso, si fosser disperse e perdute (l. c p. 181). In fatti nulla fino a dì nostri si era veduto alle stampe di questo celebre oratore, se pure, comesi sospetta dall autor dell Elogio sopraccitato, non è opera dell Inghirami il supplemento all*Aulularia di Plauto, stampato la prima volta in Parigi nel 1513 (a). Una lettera latina a un certo (a) Abbiamo osservato altrove thè esso è di Urceo Codro (bill, nioii. t. 5, p. 4^4)•