Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/370

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2332 LIBRO somma loro lode non meno che con gran frutto dei loro uditori; e cose grandi si narrano principalmente degli ammirabili effetti che in molte città produssero i Cherici regolari de’ diversi Ordini a quel tempo fondati. Qui però ancora vuolsi ripetere ciò che parlando de’ predicatori del secoloxiii abbiamo avvertito (t. cioè che la santità de’ loro costumi e le ferventi loro preghiere avean più parte nel frutto che traevano da’ loro uditori, che la loro eloquenza. Di essi però sarebbe luogo più opportuno a parlare nella storia della Religione, che in quella della letteratura. Lo stesso dee dirsi ancora della gran commozione che colle sue prediche eccitò il troppo celebre F. Bernardino Ochino,di cui altrove si è detto; perciocchè egli l’ottenne più colla fama che seppe destramente acquistarsi d’uomo di santa ed austerissima vita, che colla forza del suo ragionare. Alcuni però furono avuti in conto di eloquentissimi predicatori; e le loro prediche furon credute degne della pubblica luce. E in essi veggiamo in fatti non già un ben tessuto e ordinato discorso, nè un raziocinio che stringa e incalzi l’uditore, nè gli dia scampo alcuno; ma una certa popolare eloquenza , fondata principalmente in una vivace immaginazione e in una robusta energia di favellare, che scuote e commuove gli ascoltatori, ed eccita in lor quegli affetti che l’orator si è prefisso di risvegliare. Di alcuni di essi direm qui brevemente; e farem principio da uno che in fama di eloquente oratore non fu inferiore ad alcuno al principio di questo secolo; benchè delle